(A-Saggio)
L'articolo affronta il tema dell'assoluto ancoraggio al passato senza dedicarsi all'evoluzione e quindi al futuro. L'attenzione è da dedicarsi però al contesto in cui si sviluppa questa idea. Come ben sappiamo ogni luogo ha una storia e una predisposizione all'evoluzione e ai cambiamenti molto diversa tra loro.
Si può ben notare questa differenza prendendo spunto dalle parole di Winy Maas (architetto olandese, uno dei tre fondatori dello studio MVRDV di Rotterdam insieme a Jacob van Rijs e Nathalie de Vries) pronunciate paradossalmente in una nuova struttura progettata da MVRDV all'interno della sede di architettura di Delft, dove dice: " E basta ora con tutta questa storia! Facciamo così poche cose che riguardano il domani, pensiamo così poco al nostro futuro".
Questa storia è incredibile se paragonata allo standard italiano dove vediamo come innovativo il modello europeo.
The Why Factory, Delft |
The Why Factory, Delft |
L'articolo evidenzia come le figure dello storico e dell'architetto integrale siano davvero molto distanti. Viene fatta notare una trascuratezza nei confronti di quello che è la "sceneggiatura delle scelte concrete" ovvero come si organizza il pensiero progettuale dell'architetto.
Figure come Quaroni, Benevolo, Zevi difficilmente possono trovare spazio oggi.
Questa esclusione del progetto e dei progettisti dal centro della cultura ha portato a pensare che " non si pensa abbastanza al futuro".
Ciò che si riscontra effettivamente in Italia è questo volersi soffermare troppo alla conservazione dell'antico senza però cercare di andare avanti. È sì importante lo studio approfondito della storia, senza la quale non si potrebbero creare le basi per il futuro, ma è altrettanto fondamentale la ricerca per poter garantire un futuro migliore sia nel campo architettonico che in qualsiasi altro ambito.
Si dovrebbe trovare il giusto compromesso tra storia ed innovazione cercando di far sposare questo binomio che non per forza deve essere contrapposto l'uno con l'altro.